Pioggia torrenziale e vento a 120 km orari. Un trasferimento di 60 ragazzi.
Il Silos allagato
Il caldo torrido degli ultimi giorni si e’ sciolto sotto un temporale che pareva un uragano. il 28 agosto, tutta la parte bassa della città, quella più vicina al mare, si e’ allagata, lo scirocco ha raggiunto i 120 chilometri all’ora, cosa che non si era mai vista, facendo volare gli arredi dei caffè eleganti di Piazza Unità, mentre i cassonetti delle immondizie venivano trascinati dalla furia dell’acqua
E anche il Silos, che è aperto alla pioggia e a tutti i venti, si e’ allagato. Gli effetti personali di ogni persona che è costretta a viverci sono stati completamente inzuppati; tutti i vestiti, anche quelli che avevano addosso, coperte, documenti, tutto. Parecchie delle tende sono state sradicate dal vento, alcune danneggiate irreparabilmente, qualche baracca e’ stata scoperchiata.
I video girati dagli abitanti durante il temporale:
https://www.facebook.com/100003213191206/videos/pcb.6470424643074578/686762490138352
https://www.facebook.com/lorena.fornasir/videos/119599151210782
In questo tempo infernale sono arrivati molti ragazzi dalla rotta balcanica, anche loro bagnati fino all’osso, un grosso gruppo di afghani (112 secondo i volontari) tra cui molti minori: c’è un ragazzino di 10 o 11 anni al massimo e un altro di 14 circa, altri più grandi, tra i 15 e i 17 anni. Tutti coi piedi a pezzi. Quando l’acqua entra nelle scarpe i piedi si macerano, la pelle assorbe l’acqua, si gonfia e diventa bianca, molle e piena di grinze, poi comincia a rompersi per la frizione prodotta dal camminare. Tre volontarie di Linea d’Ombra hanno curato piedi feriti fino a dopo la mezzanotte, riparate alle meno peggio sotto la tettoia della stazione perché la piazza era sferzata dalla pioggia, il sottopassaggio pedonale allagato. La polizia ha costretto tutti ad uscire dalla stazione: ‘E’ solo per chi ha il biglietto, e’ il regolamento’. Altri volontari sono arrivati con the’ caldo cibo, vestiti asciutti, si e’ distribuito uno stock di vestiti troppo grandi, quelli di misura medio/piccola erano finiti, come erano finite tende e coperte. C’erano solamente le metalline, coperte d’emergenza isotermiche, teli di plastica sottile color oro. Si attende un carico di coperte vere che arriverà tra qualche giorno, ma non bastano mai. Anche se è ancora estate, con la pioggia e la temperatura che scende al di sotto dei 16 gradi il freddo è tagliente.
Serata difficile. Diciamo arrivederci sotto la pioggia battente a un gruppo di ragazzi che domani verranno trasferiti. Sono venuti in tanti da Campo Sacro, una località vicina, dove dopo tre mesi o piu’ nel Silos erano stati sistemati in una struttura d’accoglienza temporanea, dormendo 25 per camerone. Sono ritornati per salutarci. Certo, noi tutti vorremmo che ci fossero piu’ trasferimenti e che questa situazione di abbandono delle persone lasciate in strada finisse, ma non si prevede che finira’. Per me questo e’ stato il trasferimento piu’ doloroso. Vedendo i ragazzi ogni giorno, per mesi, finisce che ci si affeziona, con alcuni si instaurano vere amicizie. La partenza e’ una lacerazione, è lo strapparsi delle relazioni che si sono create. Noi siamo tristi, anche loro lo sono, alcuni ragazzi hanno pianto. Verranno tutti portati in Sardegna, un’isola troppo lontana. Non è detto che la Sardegna li accoglierà bene, magari verranno messi in qualche orribile mega CAS come quello di Monastir vicino a Cagliari, dove centinaia di persone sono ammassate in casermoni isolati, il cibo e’ scadente, non c’e’ adeguata assistenza medica, e non c’e’ niente da fare, non ci sono lezioni di italiano, ne’ supporto legale, ne’ supporto di alcun genere.
Il trasferimento riguarda solamente 60 persone. I richiedenti asilo fuori struttura a Trieste sono ormai 550.
“Non servono interventi spot. Va attuato un piano ordinario di redistribuzione settimanale dei richiedenti asilo da Trieste verso il resto del territorio nazionale,nel rispetto delle leggi vigenti, con una quota di almeno 100 trasferimenti a settimana”. Questo e’ il sunto del comunicato stampa dell’ICS.
Gli arrivi continuano a ritmo serrato, solo oggi 112, che abbiamo visti. La maggior parte di loro proseguono verso la Francia, la Germania o il Belgio, ma quasi il 30% presenta la domanda d’asilo e resta qui. Gli edifici fatiscenti del Silos hanno già molti nuovi abitanti che non conosciamo, o che cominciamo appena a conoscere. I ragazzi continuano ad arrivare in piena notte, fradici, con occhi enormi per la stanchezza e sguardi cupi di tristezza e di paura. Non sanno dove sono arrivati, ne’ come riusciranno a cavarsela. Per loro e’ un tale sollievo trovare qualcuno che si prende cura di loro, lo sguardo cambia, riprendono coraggio, ricominciano a sorridere. Il miracolo della solidarietà.
La mattina vado al Silos per distribuire bustine di the’ e zucchero. Voglio vedere come stanno, con questo freddo e questa pioggia si ammalano. Stanno benino e si stanno asciugando, e stanno asciugando la loro roba e le loro coperte, e’ venuto un po’ di sole che purtroppo non durerà, è prevista ancora pioggia. Ci sono anche alcuni degli afghani arrivati ieri, compresi i due minori piu’ piccoli: si sono appena svegliati, hanno dormito malgrado la pioggia, senza tenda, per terra su coperte bagnate abbandonate da altri passati prima di loro. Stanno abbastanza bene malgrado tutto. Ringraziano per l’aiuto ricevuto ieri. Dico loro che non e’ niente, si vorrebbe poter fare di più. Un richiedente asilo che dorme in una tendina li vicino fa da traduttore, dico loro che vadano al centro diurno, e che vadano a mangiare alla mensa della Caritas, devono mangiare se no si ammalano. Si avviano, di buon passo e di buon grado, ridono e scherzano come e’ loro costume, col bello e col cattivo tempo.
La piazza e’ piena di transitanti che aspettano il loro treno. Qualcuno ringrazia, e saluta.
Dopo un’incontro tra Linea d’Ombra e il vescovo di Trieste, 22 persone verranno ospitate da una parrocchia, scelte tra le piu’ vulnerabili. Gli altri, centinaia, rimangono in strada, attendendo una soluzione.
La cura sotto la tettoia a fianco della stazione
Comunicato stampa ICS, 28/08/2023
Non servono interventi spot. Va attuato un piano ordinario di redistribuzione
settimanale dei richiedenti asilo da Trieste verso il resto del territorio nazionale,
nel rispetto delle leggi vigenti
Annunciare ciò che appare solo come un primo trasferimento di richiedenti asilo alla
stregua di un successo, come fa il Sindaco di Trieste Dipiazza, è operazione del tutto
stonata: si tratta solamente di un parziale rispetto della legge che è stata violata per
mesi, creando la grave situazione umanitaria in atto a Trieste e che sarebbe rimasta
tale se ICS e le altre associazioni non avessero denunciato la situazione a livello
nazionale. ICS fa presente che il numero annunciato è di poco più di un terzo di tutti i
richiedenti abbandonati da mesi (il loro numero è attualmente attorno alle 550
persone) e che pertanto appaiono necessari ben ulteriori interventi di ricollocazione.
Soprattutto è inderogabile la ripresa di un programma di ricollocazioni a regime che
inserisca la rotta balcanica nel piano ordinario di redistribuzione dei richiedenti asilo
su tutto il territorio nazionale. Ciò comporta un programma che assegni al confine
orientale almeno 100 quote di trasferimenti settimanali. Diversamente la situazione
rimarrà del tutto invariata, nonostante gli annunci. ICS ricorda inoltre che la
mancanza di un piano adeguato perdura da oltre un anno e che ciò ha creato enormi
problematiche umanitarie e di rispetto delle leggi vigenti da parte delle istituzioni,
che si sono solo accentuate negli ultimi mesi. Singoli interventi spot possono servire
a coprire l’inadeguatezza di alcuni politici, ma non a dare risposte adeguate